Letteratura, Recensioni & Interviste
Quattro chiacchiere con Luca Marcello, autore di Luce nell’oscurità
Luce nell’oscurità (acquistabile al seguente link) è il romanzo d’esordio di Luca Marcello, il 33enne milanese con una passione innata per la scrittura. Una passione coltivata “da sempre ma mai realizzata poiché forse non avevo trovato ancora l’argomento giusto“. E via allora con una nuova chiacchierata e la voglia di scoprire un mondo tra il fantasy e l’horror in una costante lotta tra bene e il male.
Raccontaci di cosa parla il tuo romanzo.
Parla di amicizia, del legame che unisce persone con un fine comune, ma ancor più, di quel legame che non si ha bisogno di costruire, perché è innato e semplicemente si incontra quando scopriamo qualcuno a noi affine. Parla anche del passaggio dall’essere ragazzo al divenire uomo, della consapevolezza e, soprattutto, accettazione, che prende il posto dell’insicurezza e dell’attesa. Tutto questo mentre, sullo sfondo, la guerra di sempre, tra bene e male, prosegue con nuovi e vecchi protagonisti
Da cosa è nata l’idea di scrivere un libro?
Probabilmente da un’esigenza. Poter dire ciò che hai dentro, condividerlo, portarlo nel mondo, anche nella speranza di incontrare qualcuno che lo sentirà allo stesso modo nel quale lo senti tu. Per non essere più soli. Sono stati più che altro speranza e desiderio a muovermi.
Che difficoltà hai trovato nella sua stesura?
La principale credo sia stata trovare la serenità per farlo. Sai, per riuscire a sentire te stesso davvero e mettere in ordine, svolgendo, tutte quelle cose che hai dentro, tante delle quali non sai realmente quali forme potranno assumere. Si tratta di qualcosa di terapeutico, arriverei a dire.
Invece l’idea da cosa è arriva?
Letture, cose che ho visto. A sfondo horror o gotico comunque. L’universo Fantastico mi attira e affascina, tanto alla luce quanto nell’oscurità. Sono due facce della stessa medaglia, che, in effetti, altro non è che la nostra vita, solo filtrata attraverso una luce magica e sognante.
Da quanto desideravi metterti a scrivere?
Forse da sempre. Credo non avessi trovato davvero qualcosa del quale volessi scrivere. L’ambientazione, i personaggi, l’atmosfera sono molto importanti per me come scrittore, oltre che come lettore. Non devo annoiarmi mentre scrivo, devo sognare anch’io con la storia.
Hai dei modelli letterari?
Direi di no, non che riconosca come tali a livello conscio almeno. Ho degli scrittori che ammiro molto, questo sì, ma poi ognuno dev’essere sé stesso, è l’unica cosa che abbia un senso in questa nostra vita. Sicuramente sono influenzato da una quantità di cose che ho vissuto e vivo, come chiunque altro. Parlando degli scrittori che preferisco posso citarne diversi: Dostoevskij, King, Asimov, Mann, Tolkien, Gaiman, Bach, più diversi grandi autori del genere horror.
Il tuo è un romanzo anche introspettivo come si legge dalla trama: qual è la linea che “solo la lotta per la sopravvivenza ci obbliga ad oltrepassare”?
Innanzitutto per sopravvivenza non è da intendersi la mera continuità delle funzioni fisiologiche. Si arriva ad un punto nella vita nel quale tutte le maschere e le bugie che diciamo a noi stessi non reggono più, non sono più sufficienti. A quel punto siamo noi che possiamo, e solo noi, scegliere se arrenderci e lasciarci andare o combattere, combattere per la sopravvivenza di noi come entità, individui, nella nostra unicità. Quella linea è quella che sta tra vivere davvero e non farlo, tra essere davvero e solo lasciare che la vita scorra nell’attesa, tra il prendersi la responsabilità di se stessi, appieno, accettarsi sinceramente e rinnegare ciò che siamo.
Hai progetti per l’immediato futuro?
Ho terminato da poco il mio secondo libro, il cui nome è Starlight. Adesso devo solo trovare qualcuno che voglia crederci, come Caravaggio Editore ha fatto con il primo. È molto importante per me continuare a scrivere; so che potrà sembrare eccessivo, ma è un po’ la mia missione. È così che la sento. Ho avuto una vita che posso solo definire differente. Ciò che ho imparato e che il mio cuore sente vorrei continuare a poterlo trasmettere a chi vorrà ascoltare.
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