Enogastronomia, Parliamo di Cibo
Parliamo di cibo: La Giara
Se mi fossi soffermato a giudicare un locale dalla location esterna, beh negli anni ne avrei scartati tanti. Fermarsi alle prime apparenze, però, sarebbe sciocco oltre che dannoso. Perché come dice il proverbio: «L’abito non fa il monaco». È il caso anche de La Giara di Romagnano Sesia, visitata di recente. Per la precisione il 25 aprile. Dicevamo della location. Davvero poco accattivante dato che si trova nel lungo rettilineo di Via Novara, lo stesso che porta all’autostrada e alla zona commerciale-industriale della città.
A parte questo – non trascurabile – dettaglio il ristorante al suo interno ha un altro aspetto. Decisamente più accogliente: una classica pizzeria-ristorante made in Napoli. Lo dicono i quadri appesi alle pareti, lo dicono i dettagli tipici della città campana. La pizza resta a ‘gusto’ del Nord Italia, niente a che vedere con la classica pizza napoletana ma ha un suo perché. Delicata, buona e possibile da consumare con svariati tipi di impasti (tra cui integrale e kamut).
E che dire della cucina? Classica del mediterraneo. Pesce cucinato in maniera semplice e con sapori delicati ma comunque decisi, senza dimenticare alcuni piatti tipici e cavalli di battaglia della costiera amalfitana. Insomma location flop, cucina top. Anche il servizio è rapido, cortese e professionale. Non si può chiedere di meglio.
CONSIGLIATO: Sì
GIUDIZIO: ****
PREZZO: *****
Arte, Mostre
Il consiglio di NE: Modigliani a Genova
Nell’Appartamento del Doge di Palazzo Ducale a Genova c’è una mostra davvero imperdibile. È quella dedicata interamente ad Amedeo Modigliani, il celebre artista livornese approdato a Parigi all’inizio del Novecento (a proposito della capitale francese leggi qui una mostra che la celebra).
Modigliani ha contaminato le forme classiche con il linguaggio primitivo, in sintonia con le istanze espressive della sua epoca. La mostra racconta il suo percorso creativo attraverso le tappe principali della sua carriera breve e feconda. La mostra si propone di illustrare il percorso creativo dell’artista toscano, affrontando le principali componenti della sua carriera feconda e breve, distrutta dall’alcol, dall’assenzio e dalla tubercolosi a soli 36 anni.
Numerosi sono i dipinti, presenti alla mostra, che l’artista dedica a occasionali modelle, ma anche ad amici e compagni d’avventura, protagonisti della vita parigina tra Montmartre e Montparnasse. Spiccano infine, tra i quadri di Modì, i nudi femminili – che suscitarono grande scalpore tra i contemporanei – contrassegnati da una sorprendente carica erotica e malinconica.
Dove: Genova, Palazzo Ducale
Quando: dal 16 marzo al 16 luglio 2017
Orari: Lunedì-Martedì-Mercoledì-Giovedì-Sabato-Domenica 09.30/19.30; Venerdì 9.30/22.00
Prezzo: A partire da 17 euro
Spazio Cinema, Teatro
Spazio Cinema: i migliori tre film nelle sale
La tenerezza
Regia di Gianni Amelio. Con Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti, Greta Scacchi, Renato Carpentieri. Genere: Drammatico.
Trama: Lorenzo è un anziano avvocato appena sopravvissuto ad un infarto. Vive da solo a Napoli in una bella casa del centro, da quando la moglie è morta e i due figli adulti, Elena e Saverio, si sono allontanati. O è stato lui ad allontanarli? Al suo rientro dall’ospedale, Lorenzo trova sulle scale davanti alla propria porta Michela, una giovane donna solare e sorridente che si è chiusa fuori casa, cui l’avvocato dà il modo di rientrare dal cortile sul retro che i due appartamenti condividono. Ma un evento ancor più inaspettato rivoluzionerà quella nuova armonia, creando forse la possibilità per recuperarne una più antica.
The Circle
Regia di James Ponsoldt. Con Emma Watson, Tom Hanks, John Boyega, Karen Gillan, Ellar Coltrane, Patton Oswalt. Genere: Thriller.
Trama: Appena fa il suo ingresso nella più grande azienda di tecnologia e social media del mondo, The Circle, Mae è incoraggiata dal Fondatore della società Eamon Bailey a rinunciare alla propria privacy e a vivere la sua vita in un regime di trasparenza assoluta. Ma nessuno è veramente al sicuro quando tutti hanno la possibilità di guardare
I Guardiani della Galassia 2
Regia di James Gunn. Con Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Vin Diesel, Bradley Cooper, Glenn Close. Genere: Azione
Trama: Le singolari sentinelle dello spazio si tuffano in una nuova avventura per scoprire l’identità del padre di Peter Quill/Star-Lord (Chris Pratt), lo spavaldo ladro spaziale incastrato suo malgrado nel ruolo di leader della sgangherata banda. Al fianco dell’impudente Star-Lord, a ranghi sciolti, tornano la bella e letale Gamora (Zoe Saldana), lo spietato Drax (Dave Bautista), l’irascibile Rocket (voce originale di Bradley Cooper) e ridotto a dimensioni bonsai l’indisciplinato, scattante Baby Groot (con la voce originale di Vin Diesel)
David Robotti
Arte, Mostre
Palazzo Reale di Milano: Manet e la Parigi moderna
A differenza di molte altre mostre che abbiamo avuto modo di visitare dedicate espressamente all’opera di un singolo artista, quella di Palazzo Reale (leggi qui tutte le informazioni) ha come protagonista la città di Parigi raccontata attraverso le opere di Edouard Manet e altri grandi virtuosi dell’arte.
Le opere esposte, circa una novantina, sono state prestate dal Musée d’Orsay di Parigi. Di queste 16 sono i dipinti di Manet, a cui si aggiungono altre sue opere “minori” ma soprattutto tele di altri artisti del calibro di Monet (lui sì che si scrive con la o), Gauguin, Cèzanne, Degas e del ferrarese Giovanni Boldini che fece di Parigi la sa musa ispiratrice. Il percorso di visita e chiaramente di pura ammirazione si snoda in 10 aree tematiche che raccolgono un po’ la vita di Manet, delle sue amicizie, dei suoi rapporti con quella elìte intellettuale di cui amava circondarsi e soprattutto di quella gran Ville Lumiere simbolo di modernità e progresso che gli diede i natali.
Dalla metà dell’Ottocento, con Napoleone III, Parigi subì una radicale trasformazione urbanistica. Ma non tutta la capitale francese cambiò allo stesso modo. Almeno non le strade in cui si aggirava Manet, non la collina di Montmartre, di cui Lépine ha restituito le atmosfere campagnole, o in centro, da cui Gauguin ha preso ispirazione per La Senna al Ponte Iéna. Tempo nevoso ( 1875), che racconta una città immersa nella neve e nel ghiaccio…
Ma di fatto i cambiamenti avvennero in un modo o nell’altro, e oggi li vediamo in questa rassegna, passo passo, attraverso i capolavori sulle tele appese. La luce soffusa dei locali che ospitano la mostra crea un’atmosfera parisienne molto delicata. Le opere appaiono come una finestra su un mondo ormai antico ricco di poesia, di valori semplici e più che mai attuali.
David Robotti
Altri, Miti e Leggende
La Chiesa del Diavolo a Lomello
Lomello è un paesino di circa 2.500 abitanti in provincia di Pavia. Creata nell’847, questa contea farà parte della potentissima marca d’Ivrea. Qui, si trova però anche una chiesa che cela un insolito mistero. L’edificio pare sia sorto sui ruderi e sul tracciato esatto di un antichissimo tempio paleocristiano. Teodolinda, regina consorte dei Longobardi e d’Italia, volle celebrare proprio nella Chiesa di S. Maria in Lomello le sue seconde nozze con Agilulfo duca di Torino.
Una curiosa leggenda vuole che queste nozze non andassero a genio al demonio perché i Longobardi erano ariani e Teodolinda era cattolica. Con re Autari, il diavolo aveva potuto ottenere che fosse vietato ai Longobardi il Battesimo Cattolico, ma questa volta era la regina stessa che si eleggeva lo sposo acquistando una potenza diretta che avrebbe poi adoperato a favore della causa cattolica. E per il diavolo il grosso guaio stava tutto lì. Allora pensò di farne una delle sue. Il giorno prima delle nozze portò sul cielo di Lomello tutte le nubi più cariche di tuoni e di lampi che aveva in riserva e scatenò un tremendo temporale. I fulmini caddero sulla chiesa già preparata per le nozze, suscitando un grave incendio e in poche ore la chiesa di Lomello fu un mucchio di rovine. Teodolinda che da santa donna si era preparata alle nozze con la preghiera, si mise a piangere e a supplicare il Signore. Ed il Signore accettò la preghiera della sua serva fedele.
Dio allora decise di ordinare al diavolo, che sghignazzava in mezzo al fumo, di rifabbricare durante la notte, prima del suono dell’Ave Maria, quello che era stato distrutto, pena la costruzione di tre nuove chiese con la badia. La pia Regina Teodolinda, sentite le parole del Signore, andò tutta felice incontro allo sposo per comunicargli la lieta novella. La notizia udita dai cortigiani corse di bocca in bocca, e tutti aspettavano che si facesse notte per assistere al miracolo. Ma il diavolo, per nascondere la sua vergogna, sull’imbrunire fece calare una nebbia così fitta e fredda da costringere tutti i cortigiani a starsene chiusi in castello. Quel che capitò nel buio fitto, nessuno lo poté sapere. Il diavolo pescò nel fondo dell’inferno i migliori ingegneri, architetti e muratori che poté trovare e diede loro l’ordine di rifare la chiesa in tutta fretta.
Ma, senza una direttiva unica, senza ingegnere capo, ciascuno fece a modo suo. Intanto l’Ave Maria era lì per suonare. Mancava di portare a termine la facciata. Ma il Signore che dall’alto stava ad osservare, diede l’ordine di tralasciare: «Lascia di finire la Chiesa, perché si sappia che le cose belle e buone il diavolo non le sa fare; ma farai viceversa il Battistero, dove il figlio di Agilulfo prenderà il Battesimo Cattolico. Non volevi che la mia Chiesa trionfasse, sarà quel Battesimo lo scorno tuo più pungente». Suonata l’Ave Maria, il corteo nuziale si mosse dal castello. Quando il corteo regale, composto di conti, paladini, duchi longobardi, passò il vasto portone della Chiesa, ed entrò nel tempio di S. Maria, poté notare come in quella bellissima Chiesa c’era un curioso disordine di costruzioni: le muraglie non correvano parallele, i colonnati erano di forme e dimensioni diverse nei fusti, nei capitelli, nel giro dell’arco e nell’altezza dei piedi. E, meraviglia ancora più grande, ebbero, all’uscita di Chiesa, quando a fianco di essa, trovarono lì, nuovo di zecca il Battistero, regalo nuziale del diavolo.
Nei primi anni del 2000, un telegiornale molto seguito annuncia l’avvistamento dell’ombra del diavolo all’interno della Basilica: tremendi sono stati gli effetti collaterali della notizia che porta la città ad un turismo malsano, all’insegna della profanazione del luogo sacro. Sebbene nessun testimone confermi questa storia, l’interno della chiesa è molto interessante da visitare, tenendo conto anche di un’altra leggenda: la struttura portante, le colonne insieme alle volte ed alle arcate, cambiano posizione. In realtà queste metamorfosi sono in parte dovute ad un restauro risalente al 1960 dove le originarie volte a botte, sono state sostituite con volte a crociera causando un curioso effetto prospettico e di apparente movimento.
David Robotti
Enogastronomia, Ricette & Tradizione
La ricetta della carpionata di zucchine
La carpionata di zucchine è una ricetta della tradizione contadina. Oltre a insaporire questo alimento, che si può consumare anche crudo oltre che in vari modi, serviva per conservarlo a lungo anche nei mesi invernali quando questo ortaggio non riusciva a nascere. La sua preparazione è tanto rapida quanto semplice. Ma la povertà di un piatto non significa che non sia buono o saporto. Tutt’altro.
Ingredienti per quattro persone
– zucchine 1 chilogrammo
– spicchi d’aglio 4
– foglie di salvia 5
– foglie di menta 5
– olio extravergine d’oliva 2 cucchiai
– aceto 1 cucchiaio
– farina 500 grammi
– acqua frizzante ghiacciata 100 millilitri
– lievito in polvere un pizzico
– sale marino qb
– olio da friggere qb
Preparazione
Lavate bene le zucchine e tagliatele a listarelle. Stendetele poi su un panno pulito per lasciar asciugare l’acqua. A questo punto infarinate le zucchine e friggetele lasciandole sulla carta assorbente per eliminare l’eccesso di olio. Preparate il carpione. Versate l’olio d’oliva in un pentolino, aggiungete un pizzico di sale, le foglie di salvia e di menta e gli spicchi d’aglio schiacciati. Portate poi a bollore a fiamma moderata e lasciate friggere l’aglio brevemente. Aggiungete ora l’aceto e fatelo evaporare. Gettate il carpione caldissimo sulle zucchine e lasciate riposare. Servitele fredde.
Letteratura, Recensioni & Interviste
Angolo Lettura: L’arte di essere fragili
Alessandro D’Avenia è il professore che tutti vorrebbero – o dovrebbero – avere. Con lui, infatti, qualsiasi argomento affrontato diventa leggero e profondo allo stesso tempo. Questo permette di parlare di cose difficili e antiche con una piacevole modernità. Ne è l’esempio anche L’arte di essere fragili in cui si parla di un mostro sacro come Giacomo Leopardi. Che grazie a D’Avenia viene riscoperto per essere apprezzato da tutti. Anche da chi, a scuola, non l’aveva particolarmente amato.
Sinossi
Esiste un metodo per la felicità duratura? Si può imparare il faticoso mestiere di vivere giorno per giorno in modo da farne addirittura un’arte della gioia quotidiana? Sono domande comuni, ognuno se le sarà poste decine di volte, senza trovare risposte. Eppure la soluzione può raggiungerci, improvvisa, grazie a qualcosa che ci accade, grazie a qualcuno. In queste pagine Alessandro D’Avenia racconta il suo metodo per la felicità e l’incontro decisivo che glielo ha rivelato: quello con Giacomo Leopardi. Leopardi è spesso frettolosamente liquidato come pessimista e sfortunato. Fu invece un giovane uomo affamato di vita e di infinito, capace di restare fedele alla propria vocazione poetica e di lottare per affermarla, nonostante l’indifferenza e perfino la derisione dei contemporanei. Nella sua vita e nei suoi versi, D’Avenia trova folgorazioni e provocazioni, nostalgia ed energia vitale. E ne trae lo spunto per rispondere ai tanti e cruciali interrogativi che da molti anni si sente rivolgere da ragazzi di ogni parte d’Italia, tutti alla ricerca di se stessi e di un senso profondo del vivere. Domande che sono poi le stesse dei personaggi leopardiani: Saffo e il pastore errante, Nerina e Silvia, Cristoforo Colombo e l’Islandese… Domande che non hanno risposte semplici, ma che, come una bussola, se non le tacitiamo possono orientare la nostra esistenza. La sfida è lanciata, e ci riguarda tutti: Leopardi ha trovato nella poesia la sua ragione di vita, e noi? Qual è la passione in grado di farci sentire vivi in ogni fase della nostra esistenza? Quale bellezza vogliamo manifestare nel mondo, per poter dire alla fine: nulla è andato sprecato?
Autore: Alessandro D’Avenia
Titolo: L’arte di essere fragili
Editore: Mondadori
Pagine: 216
Prezzo: 19 euro
Arte, Mostre
Il consiglio di NE: la mostra dedicata a Manet
Dopo quella dedicata a Keith Haring, a Milano è arrivata in questo 2017 una nuova grande mostra che ruota tutta intorno ad alcuni capolavori di Édouard Manet. I dipinti arrivano dal Musée d’Orsay e vogliono illustrare l’atteggiamento dell’artista in relazione ai cambiamenti di Parigi tra il 1850 e il 1880, periodo in cui la città stava mutando rapidamente volto per diventare una delle capitali più importanti d’Europa.
Proprio in quegli anni Manet realizzò diversi dipinti che raffigurano interni di bistrò, fresche osservazioni della vita sociale dell’800 a Parigi: persone che bevono, ascoltano musica, si corteggiano, leggono, aspettano. Molti di questi quadri sono basati su rapidi studi dal vivo: spesso l’artista si recava alla Brasserie Reichshoffen, sul boulevard de Rochechouart, oppure al ristorante lungo la Avenue de Clichy, Pere Lathuille, dove si poteva pranzare all’aperto. Un altro soggetto trattato erano le attività della borghesia, come i balli in maschera o le corse campestri, oppure le strade o le stazioni di Parigi.
Dove: Milano, Palazzo Reale – Piazza del Duomo
Quando: dall’8 marzo al 2 luglio 2017
Orari: Lunedì 14.30/19.30; Martedì-Mercoledì-Venerdì-Domenica 9.30/19.30; Giovedì-Sabato 9.30/22.30
Prezzo: Intero 12 euro, ridotto 10 euro
Enogastronomia, Parliamo di Cibo
Parliamo di Cibo: Pizzeria Verdi
Solitamente non sono uno che ama andare nei ristoranti degli hotel. Soprattutto se nell’albergo in questione non ci pernotto. Non chiedetemi il perché di questa mania. Fondamentalmente non lo so nemmeno io di preciso. Forse mi sembra di entrare in un locale riservato solo a chi dorme in hotel oppure ho paura di, specialmente se la struttura è da due stelle in giù, di mangiare cibo da mensa o, peggio ancora, ospedale. Però, come spesso mi avete sentito scrivere in questa rubrica, bisogna sempre provare prima di dare un giudizio. Ecco che un paio di giorni fa mi sono recato a mangiare all’Albergo Ristorante Pizzeria Verdi di Novi Ligure.
Struttura situata a pochi passi dal centro città – non che Novi sia una metropoli – vengo accolto da una struttura moderna ma un po’ troppo caotica. Ma questo non è un problema perché quello che fa la fortuna di un ristorante è il cibo che vi si mangia. E il Verdi, in questo senso, parte decisamente avvantaggiato. Perché il cibo di questo locale è più che discreto. Soprattutto le pizze. Ecco ora si potrebbe aprire un capitolo a parte su uno dei simboli culinari d’Italia. Ultimamente, specialmente al Nord, ha preso piede la mania della pizza extra sottile e che poco ci azzecca con quella della tradizione napoletana. Ma questi sono gusti. Anzi, dirò di più… Se i prodotti sono di qualità e c’è arte nel farla, beh ben venga la pizza sottile.
Tutto sommato è un locale soddisfacente con prezzi alla portata. Unica pecca, come già si diceva, il caos che regna soprattutto al sabato. Ma ora ditemi, in quale pizzeria d’Italia non è così?
CONSIGLIATO: Sì
GIUDIZIO: ****
PREZZO: *****
Federico Capra
Arte, Mostre
Il consiglio di NE: Caravaggio Experience a Venaria
Sino al primo ottobre 2017, al prezzo di 12 euro (ridotto 10) la Reggia di Venaria ospiterà un’imponente video installazione. Si tratta della Caravaggio Experience che propone l’opera del celebre artista Michelangelo Merisi utilizzando un approccio contemporaneo: ovvero l’uso di un sofisticato sistema di multi-proiezione a grandissime dimensioni, combinato con musiche suggestive e fragranze olfattive, porta il visitatore a vivere un’esperienza unica anche sul piano sensoriale, attraverso una vera e propria immersione personale nell’arte del maestro di fine Cinquecento.
Nei grandiosi spazi architettonici della Citroniera Juvarriana della Reggia di Venaria, il visitatore resta coinvolto in uno spettacolo di proiezioni e musiche della durata complessiva di 50 minuti circa, in funzione contemporaneamente lungo tutto il percorso, senza interruzioni e a ciclo continuo, in cui sono evocate 57 opere del grande pittore. L’installazione sarà visibile dal 25 marzo al 1° ottobre 2017.
L’installazione ripercorre i temi dell’intera produzione caravaggesca: la luce, il naturalismo, la teatralità, la violenza; e termina con un “viaggio” ideale attraverso i luoghi di Caravaggio, seguendo cronologicamente le fasi principali della sua incredibile esperienza di vita. Consulenza scientifica di Claudio Strinati. Mostra prodotta dal Consorzio La Venaria Reale con Medialart srls, in collaborazione con RomandRoma.
Dove: Reggia di Venaria
Quando: Tutti i giorni dal 25/03/2017 al 01/10/2017
Prezzo: intero 12 euro, ridotto 10 euro