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Associazione Peppino Sarina
L’Associazione Peppino Sarina si ispira a un grande burattinaio di origine lodigiana (Broni 1884 – Tortona 1978), ultimo erede di una dinastia di artisti popolari attivi fin dalla metà dell’800. Nel corso della prima metà del ‘900 i Sarina rappresentarono, in un’ampia zona compresa tra il Tortonese e l’Oltrepò pavese, uno sterminato repertorio di tradizione, comprendente riduzioni dell’epica cavalleresca carolingia divise in lunghi cicli. Peppino Sarina viene considerato uno dei maggiori interpreti del teatro di figura della tradizione italiana.
Il capostipite dei Sarina, Andrea, nato a Lodi nel 1828, iniziò l’attività di burattinaio dopo una lunga prigionia in Austria, dovuta alla sua partecipazione alle Cinque Giornate di Milano. Improvvisava piccole rappresentazioni di strada con un solo personaggio; poi perfezionò la tecnica e scelse il repertorio dell’epos medievale, in particolare il ciclo carolingio.
Il figlio Antonio, nato nel 1857, ne migliorò notevolmente l’attività. La compagnia perfezionò le tecniche di rappresentazione e introdusse la musica all’inizio degli spettacoli. Tutti i membri della famiglia erano musicisti: Antonio suonava il flauto, la moglie Adele Palamede il banjo, il figlio Peppino la fisarmonica, la figlia Teresa la chitarra, l’altro figlio Andreino il violino. Andreino, morto nella prima guerra mondiale, fu anche buon pittore e inventore di personaggi.
Peppino Sarina nacque a Broni nel 1884. Autodidatta, cominciò a scolpire burattini, dipingere scenari e cartelli, scrivere copioni, comporre opere musicali. Il repertorio venne ulteriormente arricchito, fino a comprendere oltre un centinaio tra rappresentazioni a cicli a prevalente carattere epico-cavalleresco e storico, drammi, commedie e farse. La sua opera più rilevante fu il ciclo carolingio dei Paladini e Reali di Francia che, diviso in puntate serali (fino a 120 consecutive), teneva una intera stagione nella stessa piazza. D’estate rappresentava nel cortile di casa a Tortona; d’inverno visitava il Tortonese e l’Oltrepo Pavese (Sale, Castelnuovo Scrivia, Viguzzolo, Molino dei Torti, Casei Gerola, Voghera, Stradella, Broni), accolto da vastissimo interesse. Il pubblico di Peppino Sarina era popolare (anche se seduti sulla stessa panca stavano spesso il proletario e il notabile, il commerciante e il contadino, l’artigiano e il marginale) e riproduceva, esaltandoli, i meccanismi di identificazione e mitizzazione tipici del coevo teatro dei burattini del Nord Italia.
Scopo fondamentale dell’Associazione è condurre studi e ricerche sulla storia del teatro di figura, specialmente nel territorio tortonese e con particolare attenzione all’opera del burattinaio Peppino Sarina e della sua famiglia.
L’Associazione promuove inoltre l’interesse pubblico sull’arte dei burattini, sul teatro di figura e su ogni altra forma di spettacolo ed arte popolare
In attività: Sì
Periodo di attività: 1991 – in attività.
Sito web: associazionesarina.it
Eventi & Concerti, Musica
Addio a Giannino Ghislieri
In molti l’hanno già soprannominato l’anno che uccide la musica. Nel 2016 se ne sono infatti andati personaggi del calibro di Prince, David Bowie, Richard Cohen e George Michael. Nomi di tutto rispetto. Nomi importanti e stra-conosciuti. Eppure nel piccolo, questo maledetto 2016, ha portato via anche grandi e conosciuti artisti locali. Non ultimo Giannino Ghislieri. Classe 1930, il musicista salese ha esalato l’ultimo respiro di una vita dedicata alla musica nella notte tra il 28 e il 29 dicembre. Alcuni dicono che le ultime sue parole siano state le strofe di una sua canzone. Simbolo di quella vita dedicata anche e soprattutto alla musica.
Lui, insegnante di italiano e latino, decise di fondare un gruppo teatrale in cui si esibiva con canzoni dove veniva descritta, se non addirittura dipinta, la sua Sale. Il tutto in dialetto, lingua intesa come espressione di unità del paese. Celebre rimane la sua Non mi ridestar trasmessa anche in Rai. La sua ultima apparizione risale all’inizio di dicembre 2016 quando è stata organizzata una serata interamente dedicata a lui al termine della quale ha raccontato, nel corso di un’intervista, alcuni succulenti aneddoti.
Letteratura, Recensioni & Interviste
Angolo Lettura: Tutta d’un fiato
Sembra proprio che il duo Benji e Fede non si voglia fermare più. Idoli delle ragazzine che vanno pazze, oltre che per i loro bei visini, anche e soprattutto per la loro musica i due cantautori approdano in libreria con un romanzo. Non si tratta di una novità perché proprio nel 2016 si erano presentati al mondo degli scrittori con il loro Vietato smettere di sognare. Ora Benji e Fede fanno il bis proponendo Tutta d’un fiato storia d’amore che sicuramente farà sognare le fan di tutta Italia.
Sinossi
Mentre guarda fuori dalla finestra della sua classe, Nadia è elettrizzata. Diciassette anni, folta e indomabile chioma rossa e una voglia tremenda di essere altrove: ancora pochi secondi e arriverà il trillo della campanella. Il cielo azzurro si spalanca sopra di lei e l’aria profuma d’estate. Che le vacanze abbiano inizio! Ma quando, come ogni anno, si trasferisce nella casa al mare di suo cugino Marco, ancora non sa che l’aspetta una sorpresa. Due coinquilini speciali arrivano nella notte con una chitarra e due valigie: sono Benjamin Mascolo e Federico Rossi, conosciuti da tutti come Benji e Fede. Fede ha occhi azzurrissimi e un sorriso mozzafiato, Nadia non riesce proprio a smettere di fissarlo mentre canticchia con la sua voce calda. Ben presto, però, tra loro è guerra: battutine e dispetti sono all’ordine del giorno e anche se, appena Fede la sfiora, il cuore le batte all’impazzata e lo stomaco si attorciglia, Nadia non è disposta a cadere ai suoi piedi come le altre ragazze. Con Benji invece non ha bisogno di proteggersi perché il suo sguardo è quello dolce di un amico. E poi c’è Esme, una bruna che travolge Nadia con la sua energia. Tra feste, risate e canzoni, le ore volano. È un’estate magica, di emozioni indimenticabili; perché, si sa, è vietato smettere di sognare.
Autore: Benji e Fede
Titolo: Tutta d’un fiato – L’amore infinito di Benji
Editore: Rizzoli
Pagine: 220
Prezzo: 15.90 euro
Parliamo di Cibo
Parliamo di Cibo: Al Vecchio Rio
Cucina casalinga e genuina. Proprio come quella che si poteva trovare in un’osteria o trattoria di una volta. Perché non per forza l’impiattamento, le porzioni mignon o l’utilizzo di ingredienti introvabili fa grande un piatto. Ecco che Al Vecchio Rio, piccolo e delizioso locale storico di Alessandria, si riscoprono i sapori genuini di un tempo che ormai non ce più. Piatti soprattutto di una tradizione popolare tipica del Piemonte ma anche alcune ricette provenienti dall’estero. E se i piatti sono abbondanti e gustosi, allo stesso tempo il prezzo (cosa assolutamente da non sottovalutare) è più che conveniente.
A rendere decisamente interessante questo locale sono le serate a tema dove, oltre a un menù sempre vario, vengono inseriti piatti inusuali e non sempre facili da trovare come lumache, rane, bagna cauda e altri. Insomma un salto nel passato per palati saldi e robusti che amano sperimentare ma anche riscoprire le tradizioni. Il consiglio è quello di provare sempre le novità perché non deluderanno mai. Io stesso avevo perplessità nell’assaggiare le rane fritte. Ma da quando le ho provate proprio Al Vecchio Rio sono diventate un secondo che richiedo ogni volta che varco la soglia di quel piacevole locale in Viale Milite Ignoto.
CONSIGLIATO: Assolutamente Sì
GIUDIZIO: *****
PREZZO: *****
Federico Capra
Spazio Cinema
Spazio Cinema: i migliori tre film nelle sale
Florence
Regia Stephen Frears. Con Meryl Streep, Hugh Grant, Simon Helberg, Rebecca Ferguson, Nina Arianda. Genere: Biografico.
Trama: Jacob ha sedici anni, una madre distratta e un padre pragmatico. Timido e impacciato è cresciuto col nonno, Abraham Portman, sfuggito alle persecuzioni naziste e riparato in un orfanotrofio diretto da Miss Peregrine. Di quell’infanzia, spesa in un’isola a largo del Galles, Abraham racconta meraviglie incantando Jacob e cogliendone la natura peculiare. Perché Jacob, proprio come suo nonno, è un ragazzino speciale che scoprirà la sua vocazione in circostanze drammatiche. Alla morte del nonno, ucciso dal suo peggiore incubo, Jacob decide di lasciare la Florida per il Galles, alla ricerca di qualcosa che possa spiegare le sue ultime volontà
Oceania
Regia di John Musker, Ron Clements, Don Hall, Chris Williams. Con Auli’i Cravalho, Dwayne Johnson, Rachel House, Temuera Morrison, Nicole Scherzinger. Genere: Animazione.
Trama: Oceania ha grandi occhi, un’attitudine al prossimo e un’attrazione per il mare che non sfuggono agli dei. Radiosa e felice cresce sotto l’ala protettiva del padre, capo del villaggio, e lo sguardo immaginifico della nonna che favorisce la sua inclinazione al viaggio rivelandole un segreto: i Maori sono stati grandi marinai. Viaggiatori irriducibili alla scoperta delle isole del Pacifico, da secoli hanno smesso di viaggiare e nessuno sa perché. Cresciuta tra il padre che sogna per lei una vita stanziale e una nonna che nutre la sua fantasia, Oceania ha deciso di prendere in mano il timone del proprio destino e di navigare in mare aperto, oltre la barriera corallina, limite imposto dal genitore
Paterson
Regia di Jim Jarmusch. Con Adam Driver, Golshifteh Farahani, Kara Hayward, Sterling Jerins, Jared Gilman. Genere: Drammatico.
Trama: Paterson vive a Paterson, New Jersey, con la moglie Laura e il cane Marvin. Ogni giorno guida l’autobus per le vie della città, ogni sera porta fuori il cane e beve una birra nel pub dell’isolato. Mentre la moglie colleziona progetti fantasiosi e fuori portata, e decora ininterrottamente la loro casa, Paterson appunta umilmente le sue poesie su un taccuino, che porta sempre con sé. Nei suoi versi si fondono la passione per William Carlos Williams, nativo di Paterson, Ginsberg, O’Hara, ma anche il suo orizzonte quotidiano. Proprio il dono di uno sguardo poetico sembra essere ciò che lo eleva da una routine di luoghi e azioni uguali a se stesse e sottilmente angoscianti
David Robotti
Letteratura, Recensioni & Interviste
Angolo lettura: Il giardino dei fiori segreti
Un capolavoro di delicatezza. Così la critica ha accolto Il giardino dei fiori segreti, ultima fatica letteraria di Cristina Carboni. L’armoniosità con cui l’autrice racconta è l’arma in più dei suoi libri. Sia dell’ultimo che dei precedenti. A incuriosire maggiormente, così, è la facilità con cui la Carboni riesce a far immedesimare il lettore con i personaggi nati dalla sua penna. In più se si aggiungono accenni di magia e mistero l’intruglio vincente è presto servito. Un romanzo che non delude e fa apprezzare sempre più questa autrice rivelazione.
SINOSSI
C’è una rosa nascosta che può spiegare tutto: perché è attraverso le spine che nasce il cuore più prezioso. Dopo il grande successo di Il sentiero dei profumi e La custode del miele e delle api, bestseller per settimane nelle classifiche italiane e straniere, Cristina Caboni ci trasporta in una nuova, indimenticabile storia tra i canali di Amsterdam, i giardini londinesi e le lussureggianti colline toscane. Il giardino dei fiori segreti è la storia di un legame spezzato. Di due ragazze che ritrovano le loro radici. Perché anche il bocciolo più indifeso può fiorire di petali pieni d’amore.
Autore: Cristina Carboni
Titolo: Il giardino dei fiori segreti
Editore: Garzanti
Pagine: 360
Prezzo: 16.90 euro
Rassegne Teatrali & Spettacoli
Figli di puttini al Teatro della Tosse
Questa sera, 22 dicembre, al Teatro della Tosse di Genova la compagnia Generazione Disagio porta in scena una commedia esilarante quanto drammatica sotto l’aspetto sociale e sociologico, Karmafulminien – Figli di Puttini. Una satira dura e cinica mascherata da risate assicurate e riflessioni accurate sulla nostra vita e il nostro futuro.
La generazione del disagio
Tre caustici angioletti terrestri vanno sul palcoscenico ad apostrofare il pubblico senza tanti peli sulla lingua, descrivendo la quotidiana routine dell’uomo medio contemporaneo, il quale arranca faticosamente nella giungla della città metropolitana tra ambigue e mai disinteressate relazioni e soprattutto sopraffatto dal desiderio opprimente di interfacciarsi con chissà chi sulle pagine dei social network .
La loro buona dose di schiettezza e di sadica e cinica verità ci mette al cospetto delle nostre fastidiose idiosincrasie che cerchiamo con fatica di soffocare instancabilmente, finendo puntualmente sconfitti.
Nudi e crudi, almeno per i primi dieci minuti dello spettacolo, e poi vestiti delle piume rubate a colpi di pistola a un serafino lampadato, queste puttane impalpabili, ossia la versione 3.0 della spiritualità angelica ai tempi dello smartphone, riescono a far luce nello spazio di un’ora su alcune delle dinamiche intrinseche alla nostra società con un’ironia e una sagacia rari nel panorama dello spettacolo odierno.
Attraverso il gioco e la parodia, questi tre personaggi che sono un po’ la figura dei nostri inascoltati parafulmine, ci rendono consapevoli delle nostre verità neppure tanto nascoste, ci raccontano la verità su noi stessi, su quanto ci coinvolgiamo allo strenuo nelle nostre inutili paranoie o su quanto ci sforziamo nel tendere perennemente verso obiettivi precostituiti che spesso e volentieri non rientrano nelle nostre virtù.
David Robotti
Rassegne Teatrali & Spettacoli
Il Misantropo, una storia moderna.
Questa sera, 21 dicembre, al Teatro Municipale di Casale Monferrato va in scena uno dei classici della prosa, Il Misantropo di Molière, per la regia di Monica Conti.
La disperata aspirazione all’armonia dell’essere.
Il Misantropo è considerata l’opera capolavoro di Molière, la sua commedia più grave e amara, ai limiti, addirittura, della tragedia.
E’ un opera con chiari cenni biografici che nasce dallo spirito malinconico e triste proprio del suo autore perennemente a disagio quando si confronta con la società che lo circonda di ipocrisia, molti vizi e poche virtù. Nel Misantropo, Molière rinuncia alla comicità dirompente della maggior parte delle altre sue opere. Il particolare personaggio di Alceste proclama ad alta voce i propri rigidi principi, e il suo ideale di un’umanità nobilitata dalla virtù.
Molière in quest’opera ridicolizza fin dall’inizio le convezioni e l’ipocrisia degli aristocratici francesi dell’epoca, ma assume un tono più serio quando si sofferma sui difetti e le imperfezioni che tutti gli esseri umani possiedono. L’opera si differenzia dalle comuni farse del XVII secolo in quanto presenta personaggi dinamici e a tutto tondo, come Alceste e Celimene, in opposizione ai personaggi piatti usati da molti satiristi per criticare i problemi della società. È inoltre atipica rispetto alle altre opere di Molière perché si concentra sull’evoluzione e le sfumature dei personaggi piuttosto che sulla trama
Il Misantropo affronta impietosamente i temi essenziali del vivere: il rapporto con gli altri, con la società, con il mondo, con la donna amata. L’esigenza di assoluto di Alceste, il giovane protagonista ritratto da Molière nemico dei compromessi e dei capricci dell’alta società, si scontra non soltanto con la scarsità di valori dell’uomo, ma anche con le debolezze innocenti, con i necessari atteggiamenti ipocriti del convivere.
Il protagonista della commedia, Alceste, è una persona comune, pulita ma anche schietta e sanguigna che non sopporta l’ipocrisia e che finisce per ritirarsi in campagna per fuggire la corruzione della società. Se in lui Molière critica il carattere unilaterale ed esclusivo del rigorismo morale, è anche vero che l’autore e il pubblico si identificano con lui, e con il suo amaro scetticismo.
David Robotti
Altri
Il Presepe vivente di Castanea delle Furie, Messina
Il Presepe vivente è da sempre nelle fantasie natalizie di grandi e piccini con la sua magia e il fascino delle sue ambientazioni. Abbiamo visitato uno dei Presepi viventi più belli d’Italia. Si trova in Sicilia.
Da oltre venti anni, i giovani dell‘associazione turistico culturale Giovanna d’Arco allestiscono nell’antichissimo Casale di Castanea delle Furie, in provincia di Messina, un Presepe vivente, dove è possibile percorrere i vicoli di un vero villaggio betlemmiano. Attraverso la ricostruzione presepiale, senza cadute di stile di tipo folkloristico questa manifestazione, contribuisce a tramandare una intensa religiosità popolare assai consolidata in Sicilia, quale il culto e la devozione al Bambino Gesù.
Il presepe, che per qualità e rappresentazione storica è uno dei migliori presenti in tutta la Sicilia, è realizzato all’interno di un parco di 4000 mq con scene reali della Betlemme di 2000 anni fa. Non appena entrati si ha la sensazione che il tempo si sia fermato: artigiani intenti nel loro lavoro e danzanti odalische di Erode accompagnano lungo un percorso che culmina nella splendida rappresentazione della Sacra Famiglia. Tutta la comunità del villaggio messinese partecipa a questa immensa rappresentazione da teatro edificante medievale, riproponendo gesti, manualità, saperi antichi di mestieri artigianali, contadini e pastorali. Nessuna finzione, insomma, perché gli ambienti, i tipi umani, gli strumenti di lavoro, le suppellettili e gli arredi che compongono tutti i quadri viventi di questa rappresentazione attingono proprio dal vissuto degli abitanti di Castanea, dai loro segni autentici di una civiltà e di una cultura agro-pastorale che un tempo scandiva i giorni del villaggio.
David Robotti
Spazio Cinema
Spazio Cinema: i migliori tre film nelle sale
Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali
Regia di Tim Burton. Con Eva Green, Asa Butterfield, Samuel L. Jackson, Judi Dench, Rupert Everett. Genere: Avventura
Trama: Jacob ha sedici anni, una madre distratta e un padre pragmatico. Timido e impacciato è cresciuto col nonno, Abraham Portman, sfuggito alle persecuzioni naziste e riparato in un orfanotrofio diretto da Miss Peregrine. Di quell’infanzia, spesa in un’isola a largo del Galles, Abraham racconta meraviglie incantando Jacob e cogliendone la natura peculiare. Perché Jacob, proprio come suo nonno, è un ragazzino speciale che scoprirà la sua vocazione in circostanze drammatiche. Alla morte del nonno, ucciso dal suo peggiore incubo, Jacob decide di lasciare la Florida per il Galles, alla ricerca di qualcosa che possa spiegare le sue ultime volontà
Rogue One: A Star Wars Story
Regia di Gareth Edwards. Con Felicity Jones, Diego Luna, Ben Mendelsohn, Mads Mikkelsen, Riz Ahmed. Genere: Fantascienza
Trama: Ben e la moglie hanno scelto di crescere i loro sei figli lontano dalla città e dalla società, nel cuore di una foresta del Nord America. Sotto la guida costante del padre, i ragazzi, tra i cinque e i diciassette anni, passano le giornate allenandosi fisicamente e intellettualmente: cacciano per procurarsi il cibo, studiano le scienze e le lingue straniere, si confrontano in democratici dibattiti sui capolavori della letteratura e sulle conquiste della Storia. Suonano, cantano, festeggiano il compleanno di Noam Chomsky e rifiutano il Natale e la società dei consumi.
Aquarius
Regia di Kleber Mendonça Filho. Con Sonia Braga, Maeve Jinkings, Irandhir Santos, Humberto Carrão, Fernando Teixeira. Genere: Drammatico
Trama: Clara, una vedova di 65 anni di età è una critica musicale in pensione. Nata in una famiglia benestante e tradizionale a Recife, in Brasile, è l’ultimo residente del dell’Acquario, una costruzione originale a due piani, costruita nel 1940, in una zona in: il lungomare Avenida Boa Viagem di Recife. Tutti gli appartamenti vicini a quello di Clara sono già stati acquistati da una società che ha altri piani per quella zona
David Robotti