Teatro, Un po' di storia...
Il Teatro Regio di Torino
Le origini del Teatro Regio di Torino risalgono all’inizio del XVIII secolo quando Vittorio Amedeo II decise di commissionare all’architetto Filippo Juvarra la progettazione e la costruzione di un nuovo grande teatro nell’ambito del più generale riassetto urbano di Piazza Castello. L’intento venne però perfezionato da Carlo Emanuele III. Incoronato re nel 1730, scelse di affidare, dopo la morte di Juvarra, il progetto all’architetto Benedetto Alfieri con la richiesta di costruire un teatro di grande prestigio. Il Regio Teatro di Torino, edificato nel tempo record di due anni, venne inaugurato così il 26 dicembre del 1740 con l’Arsace di Francesco Feo, diventando subito un punto di riferimento internazionale per la capienza (circa 2.500 posti tra platea e cinque ordini di palchetti), le magnifiche decorazioni della sala (tra le quali spiccava la volta dipinta da Sebastiano Galeotti), gli imponenti scenari e le attrezzature tecniche all’avanguardia.
Ogni stagione aveva inizio il 26 dicembre e si concludeva con la fine del Carnevale. Inoltre comprendeva due nuove opere serie composte appositamente per il Teatro. Nel corso del XVIII secolo scrissero per il Regio celebri compositori italiani come Galuppi, Jommelli, Cimarosa, Paisiello e autori stranieri come Gluck, Johann Christian Bach e Hasse. Vi cantarono inoltre i più celebri castrati e prime donne dell’epoca, contribuendo in modo determinante al successo degli spettacoli. Non minore interesse suscitavano i danzatori, che si esibivano nei due balli entr’acte e nell’azione coreografica finale che corredavano ogni opera.
DAL 1790 AL 1814
In seguito a cinque anni di chiusura (1792/1797) il Regio cambiò nome più volte, rispecchiando gli eventi storici. Nel 1798 diviene così Teatro Nazionale, nel 1801 Grand Théâtre des Arts e nel 1804 Théâtre Impérial. Nel clima moralizzatore degli anni repubblicani venne abolito il gioco d’azzardo oltre viene proibito l’ingaggio dei castrati (che torneranno in epoca imperiale). In repertorio continuarono a esserci opere italiane, con libretti rimaneggiati più o meno superficialmente in senso giacobino. Napoleone presenziò agli spettacoli in tre occasioni e giunsero a Torino interpreti di prima grandezza, come il soprano Isabella Colbran, il tenore Nicola Tacchinardi e il coreografo Salvatore Viganò.
DAL 1815 AL 1870
Con la Restaurazione, il Teatro rientrò in possesso dei Savoia. All’epoca di Carlo Felice, grande appassionato di musica, calcarono le scene del Regio virtuosi come Giuditta Pasta e Domenico Donzelli, ma nell’Ottocento Torino perse importanza rispetto a Milano, Napoli e Venezia. Sotto Carlo Alberto la sala ricevette un’impronta neoclassica (sottolineata dai lavori di rifacimento affidati a Ernesto Melano e Pelagio Palagi). Alla metà del secolo vennero introdotte alcune novità nella programmazione: si passò così alla stagione di Carnevale-Quaresima, articolata in cinque o più opere, ora prevalentemente di repertorio (e non più scritte appositamente per il Teatro). Inoltre a partire dal Barbiere di Siviglia rossiniano (1855), il Regio si aprì all’opera buffa.
Un nuovo restauro, realizzato da Angelo Moja nel 1861, cancellò le modifiche palagiane conferendo alla sala una veste neobarocca.
DAL 1870 AL 1936
Nel 1870 la proprietà del Regio passa al Comune di Torino; in questi anni la storia del Teatro si intreccia con quella dell’Orchestra Civica e dei Concerti Popolari ideati da Carlo Pedrotti, il quale apporta forti innovazioni nel repertorio introducendo nella programmazione la musica di Wagner e Massenet. Nel nome di Wagner è pure l’esordio in Teatro di Arturo Toscanini, che collabora con l’Orchestra dal 1895 al 1898 e che il 26 dicembre 1905, dopo i lavori di ristrutturazione guidati da Ferdinando Cocito, inaugura la nuova sala con il Sigfrido.
Altri autori significativi nella storia del Regio sono Giacomo Puccini, che tiene a battesimo a Torino Manon Lescaut (1893) e La bohéme (1896), e Richard Strauss, che nel 1906 dirige Salomè in “prima” italiana. L’ultima grande “prima” ospitata dal Regio antico è Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai, su libretto di Gabriele D’Annunzio (1914). Dopo la chiusura nel periodo bellico, il Teatro si dedica a opere di repertorio.
Nella notte tra l’8 e il 9 febbraio 1936 il Teatro viene distrutto da un violento incendio: saranno necessari quasi quarant’anni per la sua ricostruzione.
DAL 1936 AL 1973
Dopo l’incendio del 1936, si pose il problema di stabilire a chi affidare il progetto di ricostruzione del Teatro. Il bando di concorso, pubblicato nel 1937, venne vinto dagli architetti Aldo Morbelli e Robaldo Morozzo della Rocca. Il loro progetto, tuttavia, non si sarebbe mai concretizzato: nel 1965, infatti, l’amministrazione civica promosse una nuova soluzione con l’affidamento dell’incarico all’architetto Carlo Mollino e all’ingegner Marcello Zavelani Rossi. I lavori iniziarono nel settembre 1967 per concludersi nei primissimi mesi del 1973.
DAL 1973 A OGGI
Il nuovo Teatro Regio venne così inaugurato solo il 10 aprile 1973 con l’opera di Giuseppe Verdi I vespri siciliani, per la regia di Maria Callas e Giuseppe Di Stefano. Da quella data l’attività produttiva si è progressivamente incrementata, fino alle ricorrenze che hanno segnato la storia degli ultimi anni del Regio. Nel 1990 il 250esimo anniversario dalla sua fondazione, nel 1996 il centenario dalla prima assoluta della Bohème in diretta Tv, nel 1998 i 25 anni del nuovo Teatro (con un importante restauro acustico), nel 2006 la straordinaria avventura dei XX Giochi Olimpici Invernali e delle Olimpiadi della Cultura.
Alla Stagione d’Opera e Balletto, che prevede almeno dieci titoli da ottobre a giugno, si affiancano molte altre attività: concerti sinfonico-corali e cameristici che vedono impegnati l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio; una serie di spettacoli allestiti al Piccolo Regio e destinati al nuovo pubblico e alle famiglie; manifestazioni organizzate in collaborazione con le istituzioni locali come Torino Settembre Musica, Torinodanza, RegioneInTour, Punto Verde Giardini Reali e altre; La Scuola all’Opera, fitto calendario di attività e spettacoli destinati a bambini e ragazzi; e poi conferenze, visite guidate e mostre. Tutte manifestazioni che pongono il Teatro Regio al centro della vita culturale e artistica di Torino e del Piemonte ma non solo.
David Robotti