Enogastronomia, Ricette & Tradizione
La ricetta dein fiori di zucca ripieni di formaggio
Una ricetta della tradizione. Una di quelle che si faceva nelle feste o nelle grandi occasioni. Perché il formaggio, un tempo, costava molto caro. Ma i fiori di zucca ripieni di formaggio e fritti sono una delle pietanze della tradizione di Serravalle Scrivia tanto che il comune la annovera come una ricetta tipica della zona. Estremamente semplice da preparare ma decisamente gustosa, si tratta di un piatto davvero per golosi
Ingredienti
– fiori di zucca o zucchina 10
– crescenza o mozzarella 200 g
– uova 4
– olio qb
– sale qb
– birra 1b
– maggiorana qb
Preparazione
I fiori di zucchine fritti in padella sono ottimi anche senza ripieno, ma se vi si aggiunge il gusto morbido e saporito del formaggio, possono ancora migliorare. Lavate i fiori di zucchine e asciugateli con delicatezza. Tagliate a pezzettini il formaggio e riempite con questo i fiori, che poi tufferete in una pastella ottenuta con le uova, la maggiorana tritata, il sale, due cucchiai di olio e la birra. Friggete in olio caldo e abbondante e servite subito.
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La ricetta della panna cotta
La panna cotta è uno dei dolci al cucchiaio più conosciuti e apprezzati tanto in Italia quanto all’estero. Merito del suo gusto accattivante e dalla leggerezza che non appesantisce a fine pasto. Le origini precise di questo dolce sono sconosciute, si sa solo che è nato nella zona delle Langhe piemontesi all’inizio del Novecento. Ed è da lì che si è diffuso in tutta Italia e successivamente in Europa.
Ingredienti
– panna fresca liquida 500 ml
– baccello di vaniglia 1
– gelatina in fogli 8 g
– zucchero 80 g
Preparazione
Mettete a mollo i fogli di gelatina in acqua fredda per 10-15 minuti. Incidete il baccello di vaniglia nel senso della lunghezza ed estraete i semini raschiando con la punta di un coltello. Mettete in un pentolino la panna liquida, versate quindi lo zucchero e aromatizzate con i semi e il bacello di vaniglia. Scaldate tutto a fuoco basso. Quando la panna sarà arrivata a ebollizione spegnete subito il fuoco ed estraete il bacello di vaniglia. Quando la gelatina sarà ammorbidita, scolatela e immergetela nel pentolino con la panna calda. Mescolate con un cucchiaio di legno o una frusta a mano fin quando la gelatina non si sarà sciolta completamente (evitate i grumi). Prendete poi quattro stampini della capacità di 150 ml e versate la panna cotta con un mestolo. Mettete la panna cotta in frigo per cinque ore, levatela poi dagli stampini e servitela fredda con sciroppo a vostro piacere (frutti di bosco o cioccolato sono i più usati).
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La ricetta della salsa rossa alla piemontese
La salsa rossa piemontese non è altro che l’antenato del famoso ketchup. Una salsa a base di pomodoro che sarebbe nata in Cina o in Mali sino ad arrivare all’odierna preparazione. Alla fine del XVII secolo i mercanti inglesi e olandesi lo importarono in Europa e proprio in Piemonte è stato sviluppato e migliorato. Solo con l’arrivo del pomodoro la ricetta si trasformò in quello che noi conosciamo come ketchup o l’italiana salsa rubra.
Ingredienti
– pomodori ramati 8
– spicchi d’aglio 2
– cipolle 1
– carote 1
– costa di sedano 1
– basilico qb
– peperoni rossi 1/2
– peperoncino in polvere qb
– aceto di vino rosso qb
– zucchero 1 cucchiaino
– olio extravergine d’oliva 6 cucchiai
Preparazione
Lavate tutti gli ortaggi, prendete il peperone ed eliminate il picciolo. A questo punto dividetelo a metà ed estraete tutti i semini interno. Tagliatelo poi a cubetti e tenetelo da parte. A questo punto è la volta dei pomodori: sbollentateli e una volta raffreddati spellateli, togliete i semi interni e tagliateli a cubetti. Preparate poi il soffritto tagliando a cubettini fini il sedano, la carota e la cipolla. Versate il trito in una padella ampia aromatizzate con il peperoncino e fate soffriggere con 4 cucchiai di olio a fuoco dolce per circa 10 minuti, finché si imbiondiranno. Versate ora i peperoni (tenetene una piccola porzione da parte) i pomodori, alcune foglie di basilico a seconda dei gusti personali, lo zucchero e il sale. Fate cuocere sino a quando la consistenza della salsa non sarà densa, poi prendete il composto frullatelo. Ecco a voi la salsa rossa alla piemontese. Servite fredda.
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La ricetta della Finanziera
La finanziera è un piatto tipico del Piemonte. Ha una storia antichissima le cui radici risalgono addirittura al Medioevo. La prima ricetta conosciuta risale infatti al 1450 ed è stata proposta dal Maestro Martino. Si tratta di un piatto molto sostanzioso nato nel Monferrato e che ha subìto in seguito diversi rimaneggiamenti. Rimane comunque un piatto povero nato dal riutilizzo delle parti scartate durante la trasformazione dei galletti in capponi e di alcuni scarti di macellazione dei bovini. Ecco come prepararla.
Ingredienti per sei persone
– animelle 100 g
– creste di gallo 50 g
– fegatini di pollo 100 g
– filoni e cervella di vitello 150 g
– funghi freschi 100 g
– cetrioli sott’aceto 50 g
– marsala secco o vino rosso secco 1 bicchiere
– sale e prezzemolo qb
– burro 80 g
Preparazione
Pulite accuratamente animelle, filoni, cervella, creste e fegatini. A questo punto fate bollire il tutto (non i fegatini che vanno cotti a parte) in acqua salata per 10 minuti circa. Scolate il tutto e lasciare raffreddare. Nel frattempo fate lessare i funghi. Tagliate poi ogni pezzo in dadini insieme ai cetriolini e ai funghi. In una casseruola fate sciogliere il burro, unite tutti gli ingredienti e fate cuocere per pochi minuti. Bagnate il tutto con un bicchiere di marsala o vino rosso. Salate, spolverate appena di prezzemolo e lasciare cuocere lentamente ancora per 5\6 minuti. Servite caldo.
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La ricetta degli agnolotti verdi con fonduta di castelmagno
E’ una delle più tipiche ricette della cucina piemontese, a base di formaggio, latte, burro, farina uova e spinaci. Su una fine sfoglia a base di spinaci, disporre la fonduta, ripiegate e ritagliate grossi agnolotti: cuoceteli in acqua bollente salata e conditeli con burro fuso.
Ingredienti per quattro persone
Per la pasta:
– farina 450 g
– spinaci in foglia già mondati 75 g
– uova 3
– olio un cucchiaio
– sale qb
Per il ripieno:
– castelmagno non troppo stagionato 500 g
– farina un cucchiaio
– latte 150 g
– tuorli 4
– burro 50 g
Per la mantecatura:
– burro qb
– salvia un rametto
Preparazione
Sbriciolate il formaggio e mettetelo in una ciottola alla quale avete già versato il latte. Lasciatelo ammorbidire per almeno un’ora. Dopo questa operazione unite al formaggio e al latte la farina, i tuorli e il burro. Fondete allora a bagnomaria mescolando continuamente continuamente con una frusta o un cucchiaio di legno. Quando sarà addensato, togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. Poi cuocete gli spinaci, colateli, strizzateli bene e lasciateli raffreddare un poco. A questo punto passateli nel frullatore ottenendo una crema omogenea. Per quanto riguarda gli agnolotti, fate una pasta morbida ed elastica con gli spinaci, la farina e le uova, un cucchiaio d’olio e un pizzico di sale e tirare in sfoglia fine. Disponete sulla soglia mucchietti di fonduta delle dimensioni di una nocciola e fate gli agnolotti nel modo preferito usando l’apposito stampo. Cuocete in abbondante acqua salata e condite, dopo aver scolato, con burro fatto appena ammorbidire insieme alla salvia.
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La ricetta della Bavareisa
Nel Settecento la bavareisa era la colazione dei torinesi: servita in un grande bicchiere di vetro, era la specialità dei caffè barocchi di Torino. Si tratta della bavareisa, una golosa bevanda composta da una base di cioccolata calda mischiata al caffè e da uno strato finale di leggera spuma alla panna, latte e zucchero. Ecco la ricetta.
Ingredienti per quattro persone
– cioccolato fondente 70% 300 g
– caffè 160 ml
– latte intero 120 ml
– panna fresca liquida 230 ml
– sciroppo di zucchero 20 ml
Preparazione
Per preparare la bavareisa iniziate sciogliendo il cioccolato fondente tritato a bagnomaria e mescolatelo insieme al latte (100 ml) e alla panna (100 ml). Fate sciogliere bene per ottenere una cioccolata senza grumi e dalla consistenza cremosa. Lasciatelo raffreddare e passate alla preparazione del topping. In una ciotola mettete la panna ben fredda (130 ml), il latte freddo (20 ml) e lo sciroppo di zucchero. A questo punto miscelate con la frusta gli ingredienti per ottenere un composto areato e cremoso ma non montato da conservare in frigorifero. Preparate intanto il caffè con la caffettiera. Quando il caffè sarà pronto versate in una ciotola 80 grammi di cioccolata ancora calda e aggiungete 50 grammi di caffè (circa una tazzina) e mescolate per amalgamare bene gli ingredienti. Versate in un bicchiere medio il composto ben caldo e completate con 20 millilitri di topping di panna, che invece deve essere molto freddo.
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La ricetta del Vitello Tonnato
Sarebbe Cuneo il luogo d’origine di questo piatto. La paternità del vitello tonnato viene rivendicata inoltre anche dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia, nessun documento quindi ne chiarisce del tutto l’origine. Parliamo del Vitello Tonnato le cui prime indicazioni che referenziano il piatto nella sua composizione originaria si hanno a partire dal ‘700. In origine la ricetta non prevedeva la presenza del tonno, presumibilmente l’aggettivo “tonnato” stava a significare cucinato alla maniera del tonno. Il tonno compare nella versione moderna della ricetta che non è altro che quella proposta da Pellegrino Artusi nel suo libro del 1891 Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Ecco la sua versione.
Ingredienti per otto persone
– girello di vitello 1 kg
– uova sode 5
– aceto balsamico qb
– carote 2
– costa di sedano 2
– cipolle 2
– acciughe sott’olio 8
– aglio 2 spicchi
– pepe nero qb
– vino bianco 500 ml
– rosmarino 1 rametto
– alloro 5 foglie
– brodo vegetale qb
– capperi 15
– tonno sott’olio sgocciolato 200 g
– olio extravergine d’oliva 40 g
– sale qb
Preparazione
Mettete la carne in un tegame con la carota, l’aglio, il sedano, la cipolla, il rosmarino, l’alloro, due cucchiai di olio e un pizzico di sale. Bagnate la carne col vino bianco, aggiungete a filo dell’acqua o se preferite brodo vegetale e fate cuocere per circa 2 ore a fuoco dolce. Quando la carne sarà ben cotta lasciate raffreddare e intanto preparate la salsa. Mettete in una ciotola dai bordi alti il tonno sbriciolato, le uova sode tritate, i capperi, le acciughe e un po’ d’olio per diluire. Aggiungete un poco di brodo di cottura della carne e frullate ottenendo una salsa cremosa e morbida. A questo punto tagliate a fette più o meno sottili il girello disponetelo su un piatto da portata e cospargetelo della salsa. Servite a temperatura ambiente.
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La ricetta del Bonet
Il bonèt è un tipico tipico dolce al cucchiaio di origine piemontese. Nato nelle Langhe viene servito come coronamento di un lauto pasto, magari sulla tavola imbandita in occasione di una festa o ricorrenza. Tra gli ingredienti principali troviamo amaretti, cacao, uova e latte. Ecco la ricetta.
Ingredienti per quattro persone
– amaretti 100 grammi
– cacao amaro in polvere 50 grammi
– tuorli di uova medie 10
– rum 100 millilitri
– latte intero fresco 700 millilitri
– zucchero 150 grammi
Preparazione
Preriscaldate il forno a 180° in modalità statica. Nella planetaria montate a crema lo zucchero con i tuorli, nel frattempo riunite nel mixer gli amaretti lasciandone da parte qualcuno per la guarnizione finale, e tritateli finemente in modo da ottenere una polvere sottile come la farina. Unite agli amaretti sbriciolati il cacao. Una volta che i tuorli e lo zucchero sono ben montati uniteli al rum, agli amaretti tritati con il cacao e al latte (deve essere tutto a temperatura ambiente). Non temete se la consistenza del composto è piuttosto liquida. Versate in uno stampo da plumkake il composto aiutandovi con un mestolo. Trasferite poi lo stampo in quello più grande per il bagnomaria: riempite quest’ultimo con acqua bollente quanto basta ad arrivare ai due terzi dello stampo con il bonet. Fate cuocere il composto in forno preriscaldato a 180° per circa 45-50 minuti. A questo punto il bonet sarà cotto. Aspettate che raffreddi e mettetelo nel frigo per circa un’ora. Servite fresco.
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La ricetta dell’insalata di finocchi e bra
Tanto semplice quanto gustosa, questa ricetta viene dalla provincia di Asti. Si tratta di un piatto che viene dalla tradizione contadina, come tutti quelli che vi proponiamo nella nostra rubrica, e che soprattutto ha ottenuto poche variazioni rispetto all’originale anche se nel tempo si è raffinato per preparazione e impiattamento. Questa che vi proponiamo è così una preparazione un po’ più curata rispetto a quella tradizionale, con canestrelli di Bra dove potrete adagiare l’insalata di finocchi. Ecco la ricetta.
Ingredienti per quattro persone
– finocchi 2
– gherigli di noce spezzati 10
– Bra Duro 200 grammi
– Bra Tenero 80 grammi
– noce di burro 1
– olio extravergine di oliva qb
– aceto di mele qb
– sale qb
Preparazione
Per preparare i cestini grattugiate o tagliate grossolanamente 80 grammi di Bra Tenero e 80 grammi di Bra Duro, mischiateli e suddivideteli in quattro porzioni. Foderate e imburrare una placca da forno, poi stendervi due dischi di formaggio di 16-18 centimetri. A questo punto fateli dorare in forno a 200 gradi per qualche minuto. Quando saranno ben dorati estraeteli e adagiateli in coppette in modo che ne assumano la forma. Ecco così i vostri cestini pronti non appena solidificheranno. Per l’insalata tagliate i finocchi a strisce e il restante Bra Duro a cubetti. Condite l’insalata con olio extravergine, pepe, sale e aceto. Disponetela nei cestini, servendola immediatamente per non inumidirli.
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La ricetta delle pere al Barolo
Come ben sapete il Piemonte ha una lunga tradizione dolciaria. Sono molte infatti le ricette che vanno da veri e propri capolavori di pasticceria, sino a dolci più semplici ma non per questo motivo meno buoni. Questa volta vin vogliamo presentare una ricetta tanto semplice quanto gustosa che abbina alcuni degli elementi tipici della regione come il vino e le pere.
Ingredienti per quattro persone:
– pere martine 8
– zucchero 100 g
– Barolo 1/2 l
– chiodi di garofano 4
– buccia di un limone
Preparazione:
Sbucciate le pere lasciando il picciolo, sistematele in una casseruola in modo che l’una sorregga l’altra, caso mai aggiungetene una o due. Cospargetele di zucchero, unite i chiodi di garofano e la buccia di limone, versate il vino, un bicchiere d’acqua e coprite. Cuocete a fuoco dolce per un’ora e anche più. Quando le pere sono diventate morbide toglietele dal recipiente, allineatele in un piatto da portata. Fate addensare il sugo di cottura, poi con un cucchiaio versatelo sopra le pere in modo che restino velate dallo sciroppo. Lasciatele raffreddare e servite con il loro sughetto.